Fortuna o Tiche
Sarebbe stata figlia di Ocèano e di Tèti e rappresentava tanto la buona quanto
la cattiva sorte. A Roma, invece, le fu attribuita solo quest'ultima, perché per
i lieti eventi vi si onorava la dea Felicitas. La Fortuna era comunemente
rappresentata da una donna cieca e calva, sicché non era possibile afferrarla
pei capelli; con le ali ai piedi, per poter fuggire più velocemente. Con uno dei
piedi posava sopra una ruota che girava senza posa, mentre l'altro era pro-teso
in aria, come per significare che non aveva fondamento su cui posare.
Tiche
Favoleggiata figlia di Ocèano e di Tèti, era, presso i Greci, la dea della
prospera fortuna, venerata ed onorata di templi. quale patrona del pubblico
benessere. Solo più tardi assunse un significato più generico, identificandosi
con la Sorte, che governa i miseri mortali a suo capriccio, largendo loro così
il bene come il male. Fu accolta dai Romani sotto il nome di Fortuna Alla dea
Fortuna i Romani attribuivano come figliuola la Necessità. Gli antichi
rappresentarono la Fortuna completamente nuda, con gli occhi bendati, reggendo
nelle mani una cornucopia rovesciata. di cui spargeva, a caso, il contenuto,
senza badare a chi lo raccattasse. Uno Poggiava sopra una ruota volubile. Tal'altra
volta, le ponevano in braccio il giovinetto Plùto, dio della ricchezza.